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L’AVVERSARIA | Openjobmetis Varese

La vittoria ottenuta domenica scorsa ai danni della Fortitudo Bologna (103 punti a referto, 18 triple a segno e 123 di valutazione complessiva) ha permesso all’Openjobmetis Varese di centrare l’obiettivo minimo della propria stagione, quello della salvezza. Un obiettivo raggiunto attraverso una navigazione tutt’altro che tranquilla, passata attraverso due cambi di allenatori e la modifica di gran parte della rosa.

Della squadra che nella prima giornata di campionato fu capace di battere la Germani Brescia in volata (75-72) sono rimaste ben poche pedine. Del resto, che questo fosse una sorta di anno zero per la storica società lombarda era palese sin dall’inizio della stagione, coinciso con l’approdo dietro la scrivania di Luis Scola, capace già di dare il proprio imprinting alla società, e di figure importanti come Michael Arcieri, nuovo GM del club biancorosso, certamente un valore aggiunto grazie alla lunga esperienza compiuta in diverse franchigie NBA.

Andando a vedere il tabellino della gara disputata lo scorso 26 settembre all’Enerxenia Arena di Masnago si trova una serie di nomi di giocatori che lungo il percorso hanno dismesso la casacca dell’OJM, a cominciare da Alessandro Gentile, che all’epoca sembrava la pietra miliare del nuovo progetto tecnico di Varese. Accanto all’attuale giocatore dell’Happy Casa Brindisi c’erano anche Jalen Jones, Elijah Wilson, John Egbunu e Andrea Amato, che era stato tesserato poche ore dalla prima palla a due del campionato, con Trey Kell all’epoca alle prese con un infortunio ma pur sempre parte integrante delle rotazioni dei biancorossi.

Il timone della prima Openjobmetis della stagione era stato affidato ad Adriano Vertemati, reduce dall’esperienza come assistente di Andrea Trichieri al Bayern Monaco e pronto a guidare la sua prima panchina in Serie A. Una navigazione durata fino al 22 gennaio scorso, quando la Pallacanestro Varese decide di affidare la guida a Johan Roijakkers, ottenendo in cambio grandi risultati. Con l’olandese in panchina, infatti, l’OJM ottiene otto vittorie in 13 partite, uscendo dalle secche della parte bassa della classifica e ritagliandosi una candidatura per un posto nella griglia dei playoff.

Il resto è cronaca delle ultime settimane: il 14 aprile il coach olandese viene esonerato dal club ‘per condotta non in linea con i princìpi del club’, la squadra viene affidata ad Alberto Serravalli, che dopo aver risolto la questione legata al suo tesseramento (a Casale Monferrato contro Tortona il team era stato condotto in campo dal capitano-allenatore Ferrero), la guida dalla panchina contro la Fortitudo e la porta al successo che toglie ogni dubbio sulla permanenza del club lombardo nel massimo campionato.

Come anticipato, il roster che chiuderà il campionato dell’OJM è profondamente diverso da quello che lo ha iniziato. Accanto ad Anthony Beane, Paulius Sorokas, Giovanni De Nicolao, Gugliemo Caruso e allo storico capitano Giancarlo Ferrero si sono affiancati giocatori importanti come Siim-Vender Vene (terza esperienza in maglia varesina per lui), Justin Reyes e Tomas Woldetensae, pescato dalla Serie A2 e capace subito di avere un grande impatto sul rendimento della squadra, ai quali si sono aggiunti i giovani Matteo Librizzi e Nicolò Virginio, che hanno dimostrato di poter tenere benissimo il campo, ripagando la fiducia di chi ha deciso di puntare su di loro nonostante la giovane età.

Il vero fulcro del gioco dell’Openjobmetis, però, è Marcus Keene, un vero fuoriclasse alla corte di coach Serravalli. Con 18.8 punti di media a partita, infatti, lo statunitense guida attualmente la classifica dei top scorer del campionato, anche se la media è calcolata sulle 17 partite disputate finora a fronte delle 27 giocate fino a oggi da Amedeo Della Valle, immediato inseguitore nella speciale classifica con i suoi 18.6 punti segnati di media a partita.

Il fatto che Keene sia l’autentico trascinatore di Varese è testimoniato anche dalle altre cifre collezionate finora dal numero 45, compresi i rimbalzi (2.6), gli assist (4.7) e la valutazione (15.9). Il fatto che i compagni si fidino di lui, infine, è testimoniato dal fatto che la point guard statunitense abbia sempre il pallone in mano, tanto da arrivare a scoccare di media 9.2 tiri da 3 a partita, con un incredibile high di 14 triple tirate nella gara di fine gennaio giocata e vinta da Varese contro Trento.

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