John Brown III, welcome to the party: “Volevo una squadra che potesse competere fino in fondo”
Welcome to the party, John Brown III. Con le parole che Naz Mitrou-Long ha rivolto al giocatore statunitense dopo una giocata realizzata nel corso del suo primo allenamento, Brescia ha accolto il nuovo acquisto della Germani, che nel corso di una conferenza stampa si è presentato alla città e ai tifosi, spiegando le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere il progetto sportivo dei biancoblu. Accanto al giocatore statunitense, il presidente di Pallacanestro Brescia Graziella Bragaglio, il direttore generale Marco De Benedetto e coach Alessandro Magro.
“Presentare un giocatore come John è una grandissima soddisfazione – spiega Graziella Bragaglio, presidente di Pallacanestro Brescia -. Si tratta di un regalo fantastico fatto alla squadra e all’allenatore, un giocatore dalle caratteristiche uniche. Il ladro più ricercato d’Europa, come viene chiamato dagli addetti ai lavori. L’accoglienza che il pubblico gli ha riservato è stata meravigliosa, i nostri giocatori lo hanno accolto in maniera positiva e già sabato scorso ho visto come abbia esultato durante la partita. Per noi averlo qui è una gioia, sono sicuro che potrà darci un’ulteriore carica per affrontare la parte finale della stagione”.
“Tante volte durante la stagione ci è stato chiesto come mai non sentissimo la necessità di intervenire sul mercato, sia quando le cose andavano male, sia quando hanno iniziato ad andare bene – afferma Marco De Benedetto, direttore generale di Germani Brescia -. Non aver modificato il nostro roster è quello che ci rende diversi e questa diversità è stata uno dei nostri punti di forza. Abbiamo voluto premiare la squadra, cavalcando la fiducia crescente dei nostri giocatori, vittoria dopo vittoria. Assieme a coach Magro, avevamo l’idea di non toccare la macchina nel momento in cui funzionava, a meno che non fosse arrivata l’occasione di migliorare in maniera oggettiva le caratteristiche della squadra”.
“John Brown ha iniziato un percorso lontanissimo, in un college piccolissimo, e ha una storia personale non banale – prosegue il dirigente di Pallacanestro Brescia -. Da quando è stato reclutato per la A2 dalla Virtus Roma si è conquistato ogni anno tutti i traguardi che ha saputo raggiungere, fino ad arrivare ad avere un impatto importante in EuroLeague. Il fatto che il nostro club possa avere nel suo roster un giocatore di tale livello e che ha avuto un tale impatto nella massima competizione europea è un regalo per la città e per il gruppo, che si è meritato la possibilità di competere fino alla fine nel miglior modo possibile. Avere John Brown nel nostro roster è quello che ci serve per essere competitivi fino in fondo, soprattutto perché lui ha già dimostrato di essere pronto a calarsi nella filosofia del nostro gruppo. Ha già saputo accettare gli altri, facendo all’inizio un mezzo passo indietro e iniziando a godere il fatto di potersi allenare in modo duro”.
Le motivazioni dell’arrivo di John Brown a Brescia trovano spazio anche nelle parole di coach Alessandro Magro: “Anche se il motivo per cui è qui è spiacevole, John rappresenta un’occasione d’oro in una stagione in cui le cose sono andate e continuano ad andare decisamente bene. Lui ha caratteristiche che si sposano benissimo con il nostro modo di allenarci e di giocare. È un giocatore di energia, anche se nella sua carriera è sempre stato additato per quello che non sapeva fare: era troppo piccolo per fare il cinque, era troppo leggero. Lui, invece, ogni anno ha saputo ritagliarsi spazi importanti per la predisposizione e l’attitudine a mettersi a disposizione nelle squadre in cui ha militato”.
“Questo non è un ingaggio di inizio stagione – prosegue l’allenatore della Germani -: John ha il compito e la responsabilità di inserirsi in una squadra con gerarchie ben definite e non è un compito facile. Il campionato italiano è brutale, perché in 9 mesi ti fa fare 30 partite e poi può arrivare a chiederti di farne anche 17 in un mese. L’ingaggio di John ci dà la possibilità di replicare il nostro modo di giocare ogni 48 ore, ruotando il roster a nostra disposizione. La nostra squadra va a una velocità alta e ha guadagnato il terzo posto in classifica: il compito di John è quello di non snaturarsi e di inserirsi nel migliore dei modi nei nostri meccanismi. Sta a noi dello staff tecnico mediare tra la necessità di continuare a giocare la nostra pallacanestro e permettere al giocatore di esprimere la sua pallacanestro, che potrà essere utile per farci fare un salto di qualità. Abbiamo preso lui perché è giusto cavalcare questa stagione fino in fondo ed è giusto provare a giocare la nostra pallacanestro finché ce ne sarà data la possibilità”.
“Vogliamo che lui diventi una parte di noi, capisca quali sono stati i nostri punti di forza e i nostri punti di debolezza, che lui può provare a nascondere – conclude Magro -. Nelle ultime tre giornate della regular season possiamo permetterci di sperimentare, ma è giusto, corretto e rispettoso per i nostri giocatori che sia John a entrare nella nostra famiglia in punta di piedi. Poi arriverà il momento in cui avremo la possibilità che lui diventi un valore aggiunto. John è un giocatore di assoluto valore, sarà delicato incastrarlo nei nostri meccanismi senza alterare i valori del gruppo. Gli obiettivi? Quelli che si prefigge un gruppo sono più forti di quelli che si possa prefiggere un club o i suoi allenatori”.
“Sono contento di tornare in Italia. sono stato accolto a braccia aperte dello staff e dai tifosi – il primo pensiero di John Brown III, il protagonista della conferenza stampa -. Per me è come se non avessi mai lasciato l’Italia. Il mio obiettivo è quello di far il massimo possibile, questa squadra ha le potenzialità per farlo. Senza guardare troppo avanti, però, voglio rimanere concentrato su quello che sarà il lavoro quotidiano”.
Le motivazioni per scegliere Brescia sono state decisamente forti: “Ho ricevuto una delle offerte migliori, perché è arrivata da una squadra che era già in un’ottima posizione di classifica e io volevo un team che mi potesse dare la possibilità di competere fino in fondo. In più l’atmosfera del PalaLeonessa è stata magica, molto più di quanto mi aspettassi. Anche se non giocavo, ho tratto energia per quello che sarà il mio primo match con la squadra”.
“Sono sicuro che potrò trovarmi bene con questo gruppo di giocatori e in questo sistema di gioco – conclude il neoacquisto della Germani -. Devo solo continuare a fare quello che loro hanno fatto per tutta la stagione. Più passano i giorni, più vengo incoraggiato dai miei compagni di squadra, nonostante non mi stia ancora esprimendo al massimo delle mie possibilità. L’organizzazione della squadra? Non c’è differenza con quella di una squadra di alto livello europeo. Per me è la prima volta che lavoro con un Player Development Coach, Isaac (Jenkins, ndr) è la persona che mi sta aiutando anche fuori dal campo e che può essermi utile per rientrare nel basket italiano nel migliore modo possibile, sotto tutti i punti di vista”.