‘Alla Salute! Un aperitivo con l’esperto’: ozonoterapia e Coronavirus, quali prospettive?
Quarto appuntamento ‘virtuale’ con ‘Alla salute! Un aperitivo con l’esperto’, l’iniziativa connessa al progetto Sport & Salute di Basket Brescia Leonessa e Poliambulatorio Oberdan. L’incontro, come sempre punto di contatto tra mondo della scienza e vita di tutti i giorni, ha toccato un argomento esclusivo e più che mai attuale: la relazione tra ozonoterapia e COVID-19.
Obiettivo della serata è stato l’esame delle prime rilevazioni scientifiche in merito all’efficacia dell’ossigeno-ozono terapia nel contrasto alla sintomatologia da COVID-19, di pari passo con la volontà di promuovere un’informazione cauta e consapevole riguardo il delicato argomento che spesso attira a sé notizie errate e fuorvianti.
Le argomentazioni sono state trattate da un trio di esperti nel campo dell’ossigeno-ozono terapia in Italia, rappresentanti del comitato direttivo di Nuova FIO (Federazione Italiana di Ossigeno-Ozono): il dott. Matteo Bonetti (specialista in neuroradiologia, direttore sanitario di Poliambulatorio Oberdan e presidente di nuova FIO), il prof. Nicola Dardes (specialista in pneumologia, direttore scientifico di Intramedica, responsabile del servizio di pneumologia presso la Casa di Cura Paideia, professore presso l’Università Campus Bio-Medico e l’Università Guglielmo Marconi, consigliere del Comitato Scientifico di Nuova FIO) e il dott. Maurizio Maggiorotti (specialista in ortopedia e traumatologia, fondatore e presidente dell’associazione AMAMI e di PotenziAttiva- Human Enhancement, segretario generale di Nuova FIO), guidati negli interventi dal dott. Federico Maffezzoni (dottore in psicologia clinica) nel consueto ruolo di moderatore.
“Il nuovo Coronavirus è particolarmente pericoloso per due ordini di ragioni – esordisce il prof. Nicola Dardes -: la prima è che non c’è immunità: è un virus che ha fatto un salto di specie e incontra, di conseguenza, individui che sono particolarmente indifesi; il secondo motivo è la virulenza del microrganismo. La dinamica della risposta dell’ospite all’infezione da Coronavirus non è diversa da quella di tutte le gravi polmoniti. Sul piano dell’evoluzione della malattia si distinguono quattro fasi: la prima è la fase di infezione nella quale si ha la risposta infiammatoria di tutto l’organismo, la cosiddetta SIRS (risposta sistemica infiammatoria): è fondamentale intervenire con farmaci che abbiano un’elevata potenza antinfiammatoria. A questa fase, se la malattia evolve, segue quella dell’infiammazione vasale: si ha una reazione dell’interno dei vasi e la formazione di trombi. Se anche questa fase non si contrasta, si passa alla fase di disfunzione d’organo, nella quale iniziano a saltare le funzioni epatiche e renali. Fondamentale è, dunque, intervenire subito, bloccando la reazione infiammatoria sistemica, nella quale l’ozono può avere un potenziale ruolo”.
“Il tentativo che stiamo portando a termine come Nuova FIO è quello di realizzare un protocollo policentrico piuttosto rigoroso su diversi ospedali nazionali e internazionali – continua Dardes -. Personalmente, mi è capitato di sentire da singoli ricercatori, non in Italia, toni trionfalistici in merito pur avendo trattato pochissimi casi. Quella che può essere una sensazione o un’intuizione dev’essere verificata assolutamente con il metodo scientifico. Io getterei molta acqua sul fuoco: noi ci stiamo ponendo un problema sull’appropriatezza della cura, che è comunque una terapia indaginosa e richiede una serie di procedimenti complicati: quello che ci stiamo proponendo di stabilire è se abbiamo dei reali vantaggi. I risultati sono promettenti, ma attenzione a leggerne delle indicazioni miracolose”.
“Il valore della ricerca in corso è duplice – conclude il prof. Dardes -: costituisce un modello sperimentale che ci farà capire moltissimo delle indicazioni al trattamento dell’ozono per altre patologie, perché andiamo a interferire con un meccanismo biologico piuttosto chiaro e vediamo qual è la potenza di questa risposta. Il secondo aspetto importante coinvolge gli effetti a lungo termine, su guariti da questa malattia: dopo una sindrome da distress respiratorio acuto, il paziente porterà danni permanenti di intensità variabile. Seguire nel tempo questi pazienti ci potrà anche dare indicazione se un trattamento di questo genere possa esercitare un effetto preventivo sui danni a lungo termine di coloro che sopravvivono”.
“Molte fake news hanno preso piede con i social, che il mezzo più semplice per diffonderle – è il pensiero del dott. Maurizio Maggiorotti -. Il cittadino è disorientato e non attrezzato culturalmente per fare la tara a quello che ascolta e tende a bollare come “attendibile” qualcosa che non è. Anche in ambito di ossigeno-ozono terapia se ne sono lette, con il risultato che le persone sono piuttosto confuse sull’argomento, poiché sanno che l’ozono ha un’azione potente come battericida e disinfettante, ma non c’entra nulla con l’ossigeno-ozono terapia effettuata a livello sistemico. L’ossigeno-ozono terapia sistemica determina un miglior trasporto di ossigeno, oltre all’effetto antiossidante e di immunomodulazione: se riusciamo a trattare i pazienti nella prima fase della malattia, possiamo verosimilmente proteggerli da tutto questo”.
“Stiamo coordinando diverse attività in Italia producendo un protocollo di alto livello – prosegue Maggiorotti – e vediamo di tirare fuori dei risultati finalmente importanti, perché il problema più grosso nell’ambito dell’ossigeno-ozono terapia è che, a fronte di tantissimi risultati ottimi, essi sono stati poco pubblicati. Questo perché l’ozono è come un pezzo unico di alta sartoria: non attira l’interesse della grande distribuzione né delle case farmaceutiche”.
“Abbiamo dei risultati molto incoraggianti derivanti dall’utilizzo di ossigeno-ozono terapia su pazienti affetti da patologia di COVID-19 – conclude il dott. Matteo Bonetti, tirando le somme -. Abbiamo più di cinquanta ospedali che ci stanno seguendo e speriamo di riuscire a fare tanto per questi malati. Come società scientifica abbiamo fatto dei passaggi doverosi e ci vogliamo muovere in maniera molto seria secondi i dettami che dobbiamo rispettare, sperando che diano risultati importanti così come accaduto nei primi centri che sono partiti”.