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Basket Brescia Leonessa, un dolce tuffo nel passato: Cittadini, Passera e Bushati con il patron Bonetti

Un tuffo nel recente passato, con tre giocatori che sono entrati di diritto nella storia di Basket Brescia Leonessa: la Vintage Edition della videochat settimanale del club bresciano ha visto protagonisti Alessandro Cittadini, Marco Passera e Franko Bushati, che assieme al patron Matteo Bonetti hanno ripercorso splendidi ricordi del passato e dato un’occhiata al futuro.

La videochat si è aperta con la confessione del patron, impegnato in questi giorni a riguardare tutte le partite della stagione 2015-2016, quella della storica promozione in Serie A: “Giocavamo una grande pallacanestro – spiega Bonetti -, potevamo contare su un gruppo dalla forza morale interiore clamorosa. Brescia ha meritato la promozione: sempre sul pezzo, senza mai mollare, sempre determinata, con un obiettivo chiaro in testa”.

“Volevamo arrivare lì e ci siamo arrivati tutti insieme – prosegue il patron della Leonessa -, potendo contare su un gruppo grandissimo, un cocktail meraviglioso di matti ed equilibrati. Vincere un campionato a 32 squadre dopo aver giocato 20 partite di playoff ci ha permesso di entrare nella storia per sempre. Abbiamo vinto alcune gare 5 in maniera straordinaria, come quella con Tortona (erano i quarti di finale, ndr) o con la Fortitudo Bologna, in finale. I giocatori erano in trance agonistica: in quelle sere li vedevo negli occhi e capivo che non ce ne sarebbe stato per nessuno”.

Ripercorrere i momenti migliori di quella stagione è dolce per tutti: “Ricordo che contro Recanati, nella prima partita che giocò con noi, David Moss fece il conto alla rovescia, iniziando a contare le partite che mancavano per vincere il campionato e centrare la promozione – spiega Alessandro Cittadini, che di quella squadra era il capitano -. La vittoria a Scafati in gara 5 di semifinale è stato il momento più importante: sulla carta sembravamo spacciati, ma di fronte al nostro pubblico che accorse in massa nonostante un giorno infrasettimanale sapevamo che avremmo potuto farcela. La gara 5 della finale? Siamo usciti dal tunnel e la partita era già vinta: eravamo talmente carichi che non potevamo non vincere quella gara”.

“Se nella gara 3 contro Scafati Baldassarre avesse fatto 1/2 ai tiri liberi, noi saremmo stati spacciati – ricorda Franco Bushati, ripercorrendo il cammino della Leonessa nei playoff promozione -. Resto convinto però che durante il cammino la serie peggiore fu quella con Trapani: è stata una serie davvero dura, non riuscivamo a venirne a capo. Lì ho avuto davvero paura di uscire dai playoff”.

“La gara 5 della finale? È stata una delle partite in cui ero meno preoccupato, soprattutto dopo aver vinto gara 5 a Scafati – spiega Bush -. Sapevamo che sarebbe stato difficile vincere a Bologna, ma sapevamo che in modo o nell’altro avremmo portato la serie a casa. Con tutto il rispetto per la Fortitudo, quello è stato il turno in cui abbiamo faticato di meno. Sapevamo che di fronte al nostro pubblico le partite in un modo o nell’altro le avremmo vinte”.

“È stata una stagione bellissima, in cui abbiamo vissuto momenti pazzeschi – conferma Marco Passera -. La grande vittoria in gara 5 a Scafati è stata spaziale, tanto quanto il caldo che c’è stato in gara 5 con la Fortitudo a Montichiari”.

Dopo essere andati via da Brescia, i tre hanno intrapreso cammini diversi. Alessandro Cittadini, ad esempio, da quest’anno è uno degli assistant coach dell’Allianz Pallacanestro Trieste, in Serie A. Nonostante i dubbi di patron Bonetti (“Cittadini potrebbe giocare fino a 60 anni perché è integro fisicamente, ha talento da vendere, insegna la pallacanestro come pochi e se trova chi gli passa la palla in modo giusto fa sempre canestro”), l’ex centro della Leonessa ha le idee chiare sul suo nuovo ruolo: “È stata la carta d’identità a darmi il suggerimento di smettere di giocare – spiega l’ex capitano biancoblu -. Ho ancora tanto da imparare, quello dell’allenatore è un ruolo veramente tosto, che mi impegna molto di più di quando giocavo e mi fa pensare al basket 24 ore al giorno. Il ritorno a Brescia? Lo scorso anno il pubblico mi ha fatto un’accoglienza incredibile, che mi ricorderò sempre”.

La stagione di Marco Passera, invece, si è svolta in una piazza importante come Rieti, che occupava il settimo posto quando il campionato è stato interrotto: “Eravamo partiti come una scommessa, per fare un campionato tranquillo – spiega il play varesino -. Abbiamo trovato entusiasmo, ci siamo uniti e saremmo entrati nei playoff al momento giusto, un po’ più pronti e un po’ più maturi. Rieti è un posto che vive di basket, verso la fine del campionato il palasport era pieno e sarebbe stato davvero bello fare un paio di serie playoff dentro quel casino lì. Peccato, anche se sappiamo che ora ci sono cose più importanti da affrontare”.

In vetta alla classifica del Girone Ovest di A2 c’era la Reale Mutua Torino di Franko Bushati: “I playoff sono un campionato a parte, non saprei dire se avremmo vinto o meno il campionato – afferma la guardia albanese -. Comunque eravamo una squadra tosta. Forse nel Girone Est c’è più qualità, ma Torino era una squadra completa, anche se i playoff sono talmente strani che può succedere di tutto”.

Il futuro per tutti è un punto interrogativo, al tempo stesso uno stimolo per provare qualcosa di nuovo: “Non conosco il mio futuro – spiega Cittadini -. Ho capito che per Trieste le cose sono abbastanza a posto per continuare. Il mio futuro, però, è incerto: non ho un contratto con Trieste, con cui comunque sto continuando a parlare, anche se in questo periodo si fa davvero fatica a parlare di futuro”.

“Gioco un altro paio di stagioni, poi faccio altro – afferma Marco Passera, dando un’occhiata al suo futuro -. Il corso da allenatore di base l’ho fatto la scorsa estate, devo capire se è una strada che mi piace oppure no. Intanto mi porto avanti: ho un paio di progetti paralleli che mi ispirano. Per quanto riguarda il basket giocato, invece, non sappiamo come sarà la prossima stagione”. Un dubbio condiviso anche da Franko Bushati: “Anche per me il futuro è incerto, per il quale non saprei indicare qualcosa di fisso”.

L’ultimo riferimento è al Basket Brescia Leonessa e al futuro del club. “Brescia è un’oasi felice – spiegano i tre in coro -. Lì i giocatori si trovano molto bene, chi ha famiglia e chi non ce l’ha. Matteo Bonetti, Graziella Bragaglio e Mauro Ferrari sono persone che ti fanno sentire in famiglia e chiunque verrebbe a giocare lì. Con queste premesse, i risultati non possono che arrivare e il futuro sarà felice come sono stati tutti questi anni”.

Quello che è certo è il piano del dottor Bonetti: “Stiamo lavorando sul tesseramento del piccolo Cobra (Mark, il figlio di Franko Bushati, che ha da poco festeggiato 1 anno) e dei tre figli di Cittadini (Riccardo di 10 anni, Matteo di 8 e Francesco di quasi 4 anni, ndr). Con loro il futuro è assicurato”.