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Alessandro Magro a Basket Time: “Ripartire dall’entusiasmo di Brescia”

“Dobbiamo ripartire dall’entusiasmo e dall’atmosfera che si respira a Brescia”. Questo il messaggio che è emerso dalle parole di Alessandro Magro, assistant coach della Germani Basket Brescia, intervenuto nella puntata di Basket Time, trasmissione in onda ogni mercoledì su Teletutto.

LA PARTITA CON TRENTO – “Sicuramente nella partita contro Trento potevamo fare qualcosa in più. Mi piace analizzare le cose a 360°, senza trovare scuse ma cercando elementi per una visione chiara. Trento è una squadra che nel girone di ritorno è prima per partite vinte e che ha nell’impatto difensivo una grande arma. Le nostre colpe risiedono nel fatto che contro una squadra con questa intensità difensiva non siamo stati in grado di congelare il pallone e abbassare il numero dei possessi per non darle la possibilità di andare in contropiede. Domenica c’è stato quindi nervosismo e frustrazione di trovarsi incapaci di fare quello che avevamo preparato durante la settimana, ma posso dire per certo che la squadra, come ha già dimostrato, ha gli attributi e non è già in vacanza. Possono capitare serate come quella di domenica scorsa in cui ad un certo punto non vedi l’ora che suoni la sirena finale, perché è più facile che aumentino i punti di distacco dagli avversari piuttosto che riuscire a ritornare in partita”.

I GIOCATORI – “Abbiamo cercato di rimettere Moss in piedi per la partita contro Trento ma lo staff medico ha poi deciso di fermarlo per valutare meglio la situazione in vista delle ultime due partite. Sulla sua condizione c’è un cauto ottimismo, anche se non è ancora certo che David possa essere presente nella prossima partita. È un giocatore che non si allena da 10 giorni e quindi bisognerà valutare quale potrà essere il suo contributo alla squadra, anche se già il fatto che possa giocare è una cosa positiva agli occhi dei suoi compagni. Non è un capitano a cui piace parlare molto ma è uno che da l’esempio con il modo di stare in campo e di giocare, facendo tutto quello che serve alla squadra e mostrando una grande capacità di farsi seguire dagli altri.

Landry è un giocatore che ha già fatto esperienze importanti, noi abbiamo avuto la bravura di individuare in lui un giocatore importante. Abbiamo avuto la capacità di renderlo performante fino a farlo diventare il miglior realizzatore del campionato: allenarlo è un piacere, è un giocatore dal quale anche un allenatore può prendere tanto perché ha una grande esperienza e un enorme bagaglio di altre realtà, come l’NBA o la Spagna.

La scelta di farlo giocare spesso da 5 dipende dal lavoro che facciamo in allenamento. Viviamo nella pallacanestro moderna in cui è più facile scalare verso il basso, con il 4 che gioca da 5 e il 3 che gioca da 4 perché il livello di dinamismo e la capacità di aprire il campo sono fondamentali. È un lavoro che facciamo in allenamento, nella partita contro Caserta è stato utile e ci ha permesso di vincere la gara. Landry è un giocatore che si adatta, sa giocare a pallacanestro e quindi cerca di fare quello che serve alla squadra”.

LE PARTITE PIÙ BELLE – “Ci sono state tante belle partite durante questa stagione ma forse le più belle sono quelle che abbiamo vissuto in Coppa: la prima ci ha dato la possibilità di cavalcare un sogno, nella seconda siamo arrivati a due possessi dal realizzarlo. Anche la partite contro Sassari e Avellino in casa sono state prestazioni di alto livello che ci hanno dato grande consapevolezza e forza. In generale mi sento di dire che nelle partite giocate nelle mura amiche siamo sempre riusciti a dare qualcosa in più, in giornate di assoluta festa. A prescindere dall’episodio di domenica scorsa, si respira un clima di energia e positività che fa bene alla pallacanestro italiana”.

LA PROSSIMA SFIDA – “Torino è una squadra ferita, toccata da non poche polemiche dopo l’ultima partita che a un certo punto stavano dominando e che invece hanno perso in casa. Verrà al PalaGeorge con la voglia di riscattarsi e con la voglia di vincere, noi dovremo cercare la vittoria con qualsiasi arma a nostra disposizione”.

L’ENTUSIASMO DI BRESCIA – “Tra le cose che mi hanno spinto a venire a Brescia ci sono state le potenzialità che poteva offrire la società e l’entusiasmo di una piazza che si presentava in Serie A dopo molti anni. Il più grosso complimento che penso di poter fare a Brescia è quello di aver riprovato le stesse cose che ho provato a Siena, un ambiente davvero molto caloroso. Non ho ancora imparato le parole che cantano i tifosi bresciani, ma voglio complimentarmi con la nostra tifoseria, così come hanno fatto tutte le persone che sono venute a trovarmi qui a Brescia. La nostra squadra non è stata costruita per fare i playoff e se arrivassimo ad un tale risultato sarebbe il coronamento di un viaggio incredibile: credo comunque che per costruire il futuro si debba ripartire dall’atmosfera che si respira ovunque, in città e al palazzo”.